“Dare all’Ucraina aerei da guerra rappresenterebbe probabilmente un passo troppo lungo, troppo rischioso”.
Le parole sono del vice-cancelliere tedesco, Robert Habeck, da sempre uno dei più convinti sostenitori del supporto militare a Kiev. Nei giorni scorsi Habeck, che è anche ministro dell’economia, è andato in televisione a difendere la decisione di Berlino di mandare all’esercito ucraino i famosi carri armati Leopard 2. Ma appunto, quando si tratta di jet, di aerei da guerra, anche lui dice no.
La presa di posizione è rappresentativa delle riflessioni – che continuano – all’interno delle cancellerie occidentali. Dopo il via libera ai carri armati, solo la scorsa settimana, l’Occidente non può mandare in Ucraina anche i suoi aerei da guerra. Il rischio di un attacco in territorio russo sarebbe ancora maggiore, e di conseguenza anche il rischio di un’ulteriore escalation, proprio quella che si vuole evitare. Il solito calcolo che da mesi fanno europei e americani: aiutare Kiev, evitare che perda territorio, ma allo stesso tempo fare in modo che il conflitto non esca dai confini ucraini.
Non è detto che le cose non possano cambiare. Abbiamo detto che le riflessioni continuano. E alcuni paesi, come la Francia, hanno lasciato la porta aperta, anche se per ora solo a parole. Molto dipenderà da come evolverà la guerra.
Va in ogni caso ricordato che finora le forze aree non sono state praticamente utilizzate. Gli ucraini hanno aerei datati e dovrebbero far fronte a difese aeree russe molto preparate. I russi, a loro volta, non hanno mai voluto rischiare ulteriori perdite e in realtà non sono nemmeno mai riusciti a coordinare le forze di terra con quelle aeree. Certo, nuovi caccia in mano agli ucraini potrebbero cambiare la situazione, anche se non servirebbero solo i velivoli ma tutto il sistema di gestione e manutenzione, il che farebbe aumentare i costi.
Al momento comunque le dichiarazioni di europei e americani esprimono una posizione di sintesi piuttosto chiara: “niente caccia, almeno per ora”.
Questo non vuol dire che dopo i carri armati non si stia pensando a ulteriori armamenti. Secondo anticipazioni di stampa a giorni l’amministrazione Biden dovrebbe annunciare un nuovo pacchetto di aiuti militari, circa due miliardi di dollari. Un pacchetto che includerebbe anche nuovi razzi a lunga gittata, circa 150 chilometri, il doppio rispetto a quella delle armi attualmente in dotazione agli ucraini che combattono al fronte. Sulla carta un’arma in grado di colpire una buona parte del territorio occupato dai russi nel sud e nel sud-est del paese, compresa la Crimea. Questo vorrebbe dire che i russi dovrebbero per esempio riportare nel loro territorio, in Russia, una serie di depositi di armi e munizioni.
Il sostegno occidentale a Zelensky non è in discussione. Le nuove armi provocheranno inevitabilmente un’escalation. Gli ucraini sperano così di fermare la pressione russa che proprio in questi giorni sta mettendo in crisi, e non poco, l’esercito di Kyiv.